Questa pagina presenta una selezione di opere di arte digitale di Franco Rea, lavori che creano un ponte tra arte tradizionale e nuove tecnologie, esplorando temi universali come la sovrapposizione della coscienza e l’evoluzione delle forme attraverso un’estetica contemporanea. Elementi realistici e surreali capaci di evocare emozioni e stimolare una riflessione visiva e filosofica sulla percezione e sulla realtà.
L’abilità di trovare il meraviglioso nel quotidiano e di creare narrazioni visive complesse lo distingue come un artista capace di comunicare profondamente attraverso la sua arte.

King-a

Varco

Un invito a oltrepassare i limiti della realtà percepita. Il varco, simbolo di transizione e di accesso a mondi alternativi, è raffigurato con colori vividi e linee fluide, evocando una sensazione di movimento e profondità.

Allineamento alle emanazioni – spazio delle fasi

La composizione è l’evoluzione di un sistema complesso nello Spazio delle Fasi, determinato dal numero di gradi di libertà del sistema. Concetto ricco e stratificato, dove le diverse parti della realtà – e della propria esperienza interiore – possono essere armonizzate e allineate con principi universali e magici.

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Finestra su Santo Stefano

L’opera presenta una vista idealizzata e stilizzata dell’isola di Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena, con una luce che sembra filtrare dall’esterno, illuminando dettagli – visibili e invisibili – minuziosamente realizzati.

Massalucemuffe

Forme organiche e colori terrosi, un ciclo di decadimento e rigenerazione. L’uso di texture realistiche e la manipolazione digitale dei materiali conferiscono un aspetto tattile e quasi sensoriale

Pesca d’altura

Un omaggio alla vita marina e alle sue profondità insondabili in una composizione dinamica e drammatica. La rappresentazione digitale cattura l’energia e la bellezza del mondo marino, richiamando l’attenzione sulla fragilità degli ecosistemi acquatici.

Sirena e Basteth – serie “Cantieri”

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I cantieri edili, spesso percepiti come spazi caotici e temporanei, diventano luoghi di creazione artistica e di riflessione. Si invita a vedere oltre la superficie, a trovare significati nei luoghi più inaspettati.
La base dell’opera è la fotografia di una toppa di cemento su una parete di un edificio in ristrutturazione, utilizzata come tela sulla quale costruire un percorso visivo complesso, una composizione che combina elementi realistici e fantastici, come i tubi neri corrugati dell’impianto elettrico trasformati in peli pubici e coda della sirena.
Questa emerge come un’entità metamorfica che si fonde con gli elementi urbani. Sul gradino di una scala, appare un simulacro di gatto, aggiungendo un elemento di mistero e simbolismo all’intera composizione.
La tecnica è meticolosa e attenta ai dettagli. La fotografia di base non è solo un supporto, ma parte integrante della composizione. La manipolazione digitale dei tubi per creare i dettagli della sirena è eseguita con precisione, mantenendo la texture originale dei materiali ma trasformandoli in qualcosa di completamente nuovo. La luce e l’ombra sono utilizzate per accentuare le forme e creare profondità, mentre la presenza del cemento grezzo conserva un legame con la realtà tangibile. Sirena e Basteth è un potente esempio di come l’arte digitale possa trasformare e ridefinire lo spazio urbano. La combinazione di elementi reali e fantastici, la precisione tecnica e la profondità simbolica rendono questa opera un pezzo significativo nel panorama dell’arte contemporanea.

Spargi

… le parole segnano il confine tra la percezione dei colori del mare e il fenomeno… il riflesso del salvagente arancione danza sull’acqua, sentieri protettivi nel verde, il ruscello taglia la spiaggia, rari uccelli marini si tuffano nel turchese trasparente, gabbie per conigli, rustichini, mazze di tamburo giganti… la luce fa il suo lavoro… quando la vedi dal mare, in lontananza, strisce simili a smagliature che ami…  Da “La linea laterale”

Un paesaggio marino stilizzato, caratterizzato da ampie e decise pennellate orizzontali che evocano il mare, il cielo e la costa. I colori dominanti creano un’atmosfera di profondità e complessità emotiva in un gioco di linee che richiama il movimento e la fluidità. Una tecnica che combina elementi figurativi con un forte accento astratto. Uno stile distintivo, criptico, con ampio spazio per l’interpretazione personale e la riflessione interiore.

Il nastro di Moebius

Elementi modernisti e simbolici che richiamano i mosaici bizantini, ma con un tocco contemporaneo; le linee rette e curve che definiscono la figura e lo sfondo creano un ritmo visivo che guida l’occhio dello spettatore attraverso l’intera composizione. La nudità della figura, esibita in modo sobrio e quasi astratto, e l’espressione di enigmatica complicità, emanano una certa intimità e vulnerabilità.
Il Nastro di Moebius che tiene in mano aggiunge un livello di profondità filosofica all’opera, assieme alla scelta di utilizzare colori caldi e freddi, un contrasto che enfatizza la dualità e la tensione presente nel lavoro..

Traghetto “Isola di Caprera”

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Evoluzione, dilatazione, sovrapposizione della coscienza (de-emarginatore)

“So di averlo da sempre, ma l’ho concretizzato davvero a Corcelli (che bel nome per un’isola!) … il resto è stato semplicemente “anamnesi”… c’erano pure altre istanze non contemplate, l’indaco che appare, emozioni e sensazioni, conquiste di siepi eccetera… ti volti e incontri uno sguardo perduto, senti quello sguardo appartenerti, percepisci l’onda mentale, e il demarginatore – mi scuserai se uso la forma contratta – è in funzione, sommessamente, garbatamente entangled…senza fine e per sempre…” (Franco Rea, La linea laterale)

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Scienziati e Sciamani

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Il sapere scientifico e quello esoterico, una coesistenza possibile tra logica e spiritualità.

Bugiardino

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Traghetto “Isola di Caprera”, la danza di Shiva

Sacerdotessa del Mare

Opera che combina simbolismo e bellezza estetica per trasmettere un messaggio attuale. Una composizione che è al contempo visivamente affascinante e ricca di significato, una contemplazione profonda dei temi ecologici e spirituali.

Santo Stefano con portaerei – trittico

Helgha

Il Trio (il trionfo della morte)

L’opera rappresenta tre figure femminili intente a suonare strumenti musicali, immerse in un caos di colori e forme urbane. Sullo sfondo, una grande luna gialla illumina la scena, creando un contrasto con l’oscurità circostante.
A livello formale, la composizione si distingue per la sua densità ed equilibrio intrinseco nel caos, la coesistenza di ordine e disordine, vita e morte.
Rea utilizza una tecnica mista, combinando collage e pittura per creare una texture ricca e stratificata.
Un uso del colore audace, con tonalità contrastanti che danno vita a una composizione densa e complessa, con dettagli che emergono gradualmente alla vista.
La morte qui non è qualcosa di esterno che irrompe nella scena: le tre musiciste, apparentemente non coinvolte, sono esse stesse la morte.

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Franco Rea

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